11/12 Simona Lombardi “Mentre ascolto la mente”

Sabato 11 dicembre 2010
ore 18.00
inaugurazione della mostra personale
di Simona Lombardi
MENTRE ASCOLTO LA MENTE

Simona Lombardi dal 1991 espone sia in Italia che all’estero (Francia, Belgio, Giappone). Le sue opere, incisioni e sculture, saranno visibili nello spazio mostre della libreria “Il terzo luogo” sino al 10 di gennaio. Per l’inaugurazione saranno presentati anche il nuovo catalogo e un breve video.

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La celebre  massima di Lord Brummel: “La vera eleganza consiste nel non farsi notare” potrebbe calzare bene anche per Simona Lombardi. Non si tratta certo di timidezza o di snobismo; siamo di fronte piuttosto ad una considerazione olistica, complessiva della pratica artistica come momento di una più ampia realizzazione di una vita equilibrata, di un umanesimo rispettoso dell’ambiente e dei valori naturali: la famiglia, l’aria aperta, la meditazione. Una cautela nell’organizzarsi l’esistenza che si traduce in arte di levare, in misurato ritegno che non ha nulla di freddo, calcolato, scientifico; al contrario, è un abito di disciplina rigorosa che costringe un carattere romantico e tumultuoso. Ciò che sopravvive al severo discrimine espressivo non è un segno sintetico e simbolico, una reductio ad unum come nella Minimal Art, bensì una fulminea intensissima sintesi emotiva, una nebulosa di energia concentrata. Alle prese con la grandezza della natura e della vita, l’arte azzarda rispettose pratiche divinatorie, commenti in punta di penna, indecifrabili frammenti di parole, come dice Murakami nel passo felicemente riportato da Simona. Nascono così storie senza intreccio, senza un prima né un dopo, ma lo spettatore, chiamato ad andare loro incontro, a immaginare e completare ciò che è solo alluso e trasmesso per via tattile, sensitiva, rimane preso nel mistero e nell’emozione mai decifrata fino in fondo di particolari minimi messi a nudo, di solito elementi naturali esposti all’azione del vento e della pioggia, ma capaci di accettare il destino con pazienza zen. La matericità dei lavori non è infatti, come in tanta arte del Novecento, testimonianza delle consunzioni, delle offese, delle ferite, quanto piuttosto un’immersione piena nell’atmosfera, una sottomissione apparente agli eventi che nasconde nella sua passività una grande forza di resistenza, come in certe pratiche orientali. Più a oriente che a occidente, più verso l’alba che verso il tramonto, guarda quest’arte sottile e allusiva che nasconde sotto un velo di pudore forza e coraggio inimmaginabili.

Enrico Formica


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